Posted on by jdoerck | Posted in Review | Tagged ,

Sembrerebbe che la musica al femminile si presenti gentile e delicata, ed invece no, il duo The Skein, composto dalla vocalista inglese Jessica Constable e dall´americana Andrea Parkins alla fisarmonica elettrica e strumentazioni elettroniche, fa subito pulizia con questo pregiudizio. La loro musica si orienta verso una ricerca estrema, che può sembrare quasi scostante, aggressiva, senza compromessi.

Eppure in situazioni dall´aspetto selvaggio, in cui tutte le strumentazioni sembrano impazzite, c´è un´aria di umano, che sia la voce o la fisarmonica improvvisamente ingetilitasi. In un brano come "Elegy" spunta persino l´ombra di un blues a sottolineare questo assunto delle due giovani artiste.

La loro musica tende a definirsi "diversa", greva com´è di spunti che provengono dalle sorgenti piú diverse dell´universo sonoro. C´è la dialettica degli opposti, movimento e stasi, astrazione e direzione, ma tutto, proprio tutto, è pervaso di una forte corrente verso l´ignoto, che procede a velocitá differenti, fra dubbi dalla natura umana e la testardaggine delle macchine programmate.

Su ritmi che vanno dall´ancestrale allo spaziale si assiste al divenire di un´opera passionale, su cui si ritorna volentieri, quando l´impatto troppo forte si è un pó assopito. Loro, le artiste, sono coinvolte al massimo in codesta sperimentazione e non mollano la presa, non lasciano apparire stanchezze d´ispirazione o incompatibilità fisiche; se l´una non si risparmia con le inondazioni di suoni dagli strumenti elettronici, l´altra ha voce in quantità per restare a galla. Sono quarantasei minuti compatti, un´esperienza ai limiti dell´universo musicale, che ha assimilato di tutto dal passato, dal genere concreto alle esperienze piú moderne, per proiettarlo in una dimensione che è soltanto loro, in uno spazio ai limiti della cognizione razionale.